Società

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Storia

La Polisportiva Santa Maria è stata fondata nel 1932 su volontà dell’allora podestà di Santa Maria di Castellabate, Valentino Izzo, e rappresenta una delle società sportive più antiche della Campania. All’allora podestà toccò scegliere anche i colori sociali del club, che divennero il giallo ed il rosso, riprendendo di fatto quelli che erano i colori dell’Urbe Roma. Le prime divise da gioco furono cucite direttamente dalle madri e dalle mogli dei calciatori. Il campo da gioco, rigorosamente in terra battuta, fu realizzato nella zona di Punta dell’Inferno, e la Polisportiva prese parte ai tornei ULIC FIGC. Negli Anni Cinquanta, inizia il percorso di rifondazione dello storico sodalizio giallorosso, che passa attraverso la presidenza per oltre quarant’anni dell’ingegnere Antonio Carrano, a cui oggi è intitolato l’impianto sportivo dove la Polisportiva svolge le proprie attività sportive. Con lui al timone, il club giallorosso vince nel 1965 la Coppa Collana contro l’Interpianurese per 1 a 0. Quel trofeo, considerato all’epoca come la Coppa dei Campioni del calcio non professionistico in Campania, rappresenta il traguardo più importante raggiunto dalla Polisportiva insieme allo storico approdo in Eccellenza avvenuto quest’anno (2016). Con l’avvento di Carrano, che fu anche sindaco di Castellabate, la Polisportiva si trasferisce da Punta dell’Inferno al centro cittadino di Santa Maria di Castellabate, nella zona precisamente denominata “Palazzine”, dove disputerà gli incontri di calcio FIGC fino alla fine degli Anni Cinquanta, quando il conte Francesco Matarazzo donò per uso perenne alla Polisportiva un terreno, dove ancora oggi sorge l’impianto sportivo che porta proprio il nome dell’ing. Carrano dal 1999. Nel 1973, invece, Carrano fu il primo dirigente sportivo campano a ricevere la Medaglia d’Oro per Meriti Sportivi dall’allora presidente della FIGC, Artemio Franchi, storica figura del calcio italiano. La storia della Polisportiva, caratterizzata anche da amichevoli di prestigio contro la Nazionale militare, il Napoli e la Salernitana, si distingue anche per un episodio particolarmente curioso che si verificò nei primi Anni Sessanta, quando al termine dell’incontro di calcio tra la Polisportiva e l’Antoniana di Sant’Antonio Abate un tifoso della squadra ospite staccò con un morso l’orecchio all’arbitro. Quell’episodio finì su tutti i giornali locali, nazionali e perfino esteri. La storia recente della Polisportiva porta, invece, il nome di Francesco Tavassi, nipote dell’ingegnere Carrano, che è riuscito a coronare il sogno di portare il Santa Maria prima in Eccellenza e poi in serie D. Ha preso il timone della società agli inizi del 2000 e sta portando avanti un progetto di crescita sportiva e sociale che passa attraverso un settore giovanile florido ed un club in pianta stabile nei principali campionati regionali FIGC.

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