Polisportiva Santa Maria, Giannella: “Quarant’anni in giallorosso. Il calcio deve trasmettere valori”

Campionato fermo, allenamenti fermi. Tutto fermo. E noi allora ne approfittiamo per conoscere un pò meglio i nostri calciatori, e anche chi fa parte del settore giovanile giallorosso. Oggi tocca a Domenico Giannella, coordinatore del settore giovanile giallorosso. Di seguito, ecco l’intervista integrale:

Raccontaci della tua esperienza con la Polisportiva Santa Maria.

“La mia esperienza con questa maglia parte da molto lontano. Tesserato come giovanissimo nella scuola calcio prima, tesserato prima squadra nonché tecnico dopo, oggi referente del settore giovanile. Indosso con orgoglio i colori giallorossi da sempre, eccezion fatta per alcune parentesi, la maglia della Polisportiva è la mia seconda pelle. Ho ricordi indelebili di questa esperienza quarantennale che solo chi ama il calcio può comprendere realmente; posso raccontare migliaia di episodi e aneddoti che hanno arricchito la mia vita attraverso il calcio, e grazie a tantissime persone che hanno fatto parte di questo percorso, molte delle quali caratterizzano ancora oggi la mia quotidianità in quanto amici più di sempre”.

Qual è l’arma vincente, secondo te, per la costruzione di un settore giovanile fruttuoso ed efficiente?

“Sicuramente è necessario avere delle strutture logistiche ed organizzative di buon livello che ti consentano di lavorare con professionalità attraverso il supporto di tecnici altamente qualificati, al servizio dei ragazzi e capaci di trasmettere la passione di uno sport che ha un grandissimo potere aggregante ed educativo. Bisogna creare una mentalità vincente che vada oltre i risultati del campo e che sia spendibile nella vita di tutti i giorni”.

3) Come nasce la tua passione per il calcio?

“Io appartengo a quella generazione non lontanissima per la quale il “Super Santos” era l’unico“status symbols”. Uscire per giocare a calcio era il modo per stare insieme agli amici all’aperto. C’era una partita prima di entrare in classe la mattina, una all’uscita, un’altra dopo aver studiato e un’altra dopo cena. Il calcio era il nostro unico svago, pretesto essenziale per trascorrere in armonia le nostre giornate”.

Qual è, secondo te, l’aspetto più importante da trasmettere ai ragazzi?

“L’aspetto più importante da trasmettere ai bambini più piccoli è quello prettamente ludico dove il gioco, inteso come attività spensierata senza condizionamenti, deve prevalere sempre su qualsiasi altro aspetto; mentre i ragazzi che già svolgono attività agonistica, devono comprendere la forza del gruppo e della sana competizione, credendo fortemente in ciò che si fa attraverso sacrificio e abnegazione. Il tecnico del settore giovanile deve essere l’esempio per i ragazzi , capace di trasmettere, sin da piccoli, l’amore per questo gioco, attraverso il rispetto di tutte le componenti che fanno parte del calcio”.

In cosa bisogna migliorare in Italia per quanto riguarda la valorizzazione dei giovani?

” I giovani in Italia possono migliorare se comprendono che per aspirare a giocare a calcio a certi livelli bisogna sacrificarsi giorno per giorno, essere disposti a privarsi di tanti fattori e libertà che non fanno bene al calcio ma che inevitabilmente sono parte integrante della vita dei giovani”.

Cosa bisognerebbe instaurare, secondo te, per potenziare ancor di più il settore giovanile italiano?

“Per migliorare il settore giovanile, credo che sia necessario rivedere soprattutto gli aspetti di natura tecnica. Le sedute di allenamento dovrebbero essere studiate e organizzate con una didattica adeguata al gruppo squadra, attraverso proposte con obiettivi e contenuti che vanno a determinare la formazione tecnico-tattica e psico-fisica del calciatore. Per questo ogni allenatore deve porsi sempre una serie di quesiti per pianificare un allenamento, andando a costruire esercitazioni che si collegano tra loro e hanno come direzione la continua interpretazione del gioco e la crescita del singolo. Abbandonare la voglia sfrenata del risultato e mettersi al servizio dei ragazzi, rispettandone capacità e competenze”.

Un consiglio ai bambini su cosa fare a casa durante l’emergenza coronavirus?

“In questo periodo stiamo vivendo un momento triste a 360° perciò il mio invito è quello di non abbattersi perché bisogna assolutamente andare avanti senza arrendersi proprio come avviene in una partita di calcio che inizia non a proprio favore. Particolarmente adesso, noi tutti ci stiamo rendendo conto di quanto sia importante stare insieme e nel nostro caso correre dietro a un pallone, magari anche sgonfio ma che ci dia la possibilità di giocare, correre e vivere in maniera libera ogni istante come ogni bambini si merita!”

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