Polisportiva Santa Maria, Baldi: “Nel 2005 la mia prima esperienza giallorossa. Lealta’ e rispetto da insegnare ai bambini”

Campionato fermo, allenamenti fermi. Tutto fermo. E noi allora ne approfittiamo per conoscere un pò meglio i nostri calciatori, e anche chi fa parte del settore giovanile giallorosso. Oggi tocca a Rosario Baldi, istruttore delle selezioni minori giallorosse. Di seguito, ecco l’intervista integrale:

Raccontaci della tua esperienza con la Polisportiva Santa Maria.

“La mia esperienza nella Polisportiva parte nel 2005 come massaggiatore della prima squadra che militava in Promozione. Ha seguito un periodo di collaborazione saltuaria come istruttore della scuola calcio, fino ad arrivare agli ultimi quattro anni. Far parte della società del proprio paese è sempre un motivo di orgoglio, soprattutto quando c’è l’ambiente giusto per fare bene ed essere un modello di riferimento”.

Qual è l’arma vincente, secondo te, per la costruzione di un settore giovanile fruttuoso ed efficiente?

“L’organizzazione meticolosa e gli uomini giusti con compiti precisi che interagiscono costruttivamente tra di loro è il punto di partenza. Nulla deve essere lasciato al caso, neanche il rapporto con i genitori”.

Come nasce la tua passione per il calcio?

“La passione per il calcio, come quasi per tutti, nasce da bambino che nel mio caso si è trasformata in lavoro. Per la posturologia invece, è sbocciata grazie ad un professionista che ho avuto la fortuna di conoscere nel 2003, alla mia prima collaborazione con i centri di riabilitazione”.

Qual è, secondo te, l’aspetto più importante da trasmettere ai ragazzi?

“Ai ragazzi bisogna insegnare la lealtà ed il rispetto per il prossimo, facendo capire loro che il calcio è un divertimento che genera aggregazione ed inclusione”.

In cosa bisogna migliorare in Italia per quanto riguarda la valorizzazione dei giovani?

“Mi riallaccio alla prima domanda. Bisogna essere organizzati, professionali e competenti”.

Cosa bisognerebbe instaurare, secondo te, per potenziare ancor di più il settore giovanile italiano?

“Il rapporto con i genitori. Non devono vedere la scuola calcio come un baby parking, tantomeno come una loro seconda opportunità, ma come un supporto valido con il quale interagire per la crescita psicofisica dei figli”.

Un consiglio ai bambini su cosa fare a casa durante l’emergenza coronavirus?

“Non devono stravolgere i loro ritmi, ma solo modificarli. Avere sempre qualcosa da fare, che siano compiti, videolezioni, aiutare i genitori in piccole faccende domestiche e fare attività motoria, per quello che si riesce fare tra le mura di casa. Ma soprattutto parlare molto con i genitori”.

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